Il progetto museale
Il Museo è uno spazio unico, è la casa in cui il pittore ha vissuto e lavorato condividendo pensieri ed esperienze con chi l’abitava, forse l’astrologo e astronomo Giovan Battista Abioso, o un altro umanista che dell’Abioso condivideva la cultura. Per conto di quest’ultimo, Giorgione ha realizzato Il Fregio delle Arti liberali e meccaniche, e a pochi passi da qui, nel Duomo della città, è custodita la celebre Madonna con il bambino tra San Francesco e San Nicasio. Dalla storia e dai segreti dei due capolavori, il progetto museale trae la forza per raccontare un territorio e un’epoca di grande fermento culturale, più che mai congeniali alla formazione dell’artista e del suo linguaggio innovativo.
Il fulcro del Museo è costituito quindi da tre opere legate al pittore castellano: la Pala di Castelfranco, l’opera di Giorgione custodita nella sua collocazione originaria - la Cappella Costanzo, all'interno del Duomo - e riportata nel Museo con un dispositivo di proiezione multimediale, il Fregio e quindi la casa che lo accoglie, denominata appunto Casa Giorgione.
Si tratta di tre opere estremamente significative: la Pala è l’unica opera di Giorgione commissionata ed eseguita per essere collocata su un altare; il Fregio è l’unico affresco pervenutoci nella sua interezza attribuito all’artista, che era prima di tutto un frescante. Di estremo interesse è anche la Casa, un edificio trecentesco aggiornato architettonicamente alla fine del ‘400 secondo il nuovo gusto dell’epoca, quando la natura diviene parte integrante dell’architettura.
Il progetto museologico ideato da Danila Dal Pos muove da queste tre opere per proporre un percorso nuovo di avvicinamento al pittore, che va oltre i consueti documenti e le fonti ormai mute di novità, e lo racconta attraverso i due dipinti che descrivono un’epoca, un territorio e la straordinaria cultura del tempo, con una varietà di dettagli prima inaspettata.
La scarsità di documenti sul pittore e gli studi sempre discordi sulle opere da attribuirgli, ha determinato l’approccio di questo intervento, ovvero la volontà di evitare proclamazioni, si procede sempre e solo per suggerimenti.
Il racconto parte dalla Pala di Giorgione, proposta da un apparato multimediale che ne svela la costruzione e la rivoluzione pittorica, e prosegue in un'esperienza che continua al di fuori del dipinto, per materializzarne i contenuti: armature, tessuti, oggetti originali e architetture.
Allo stesso modo, i personaggi dell’epoca sono evocati e raccontati nel percorso museale: dal committente della Pala, il condottiero Tuzio Costanzo, al figlio Matteo (alla cui memoria è stata dedicata l’opera), dalla Regina Cornaro, fino a Giovan Battista Abioso, l’astronomo, astrologo e matematico, possibile committente dell’opera affrescata al primo piano della casa.
Il Fregio è interamente riproposto in forma tridimensionale. Attraverso oggetti, libri e strumenti del tempo, il visitatore si avvicina ai temi della pittura di Giorgione, dall’astrologia all’astronomia, dalla medicina alla musica, la guerra e la filosofia, per conoscere certezze e paure di un’epoca.
L’intera Casa è abitata da un centinaio di oggetti, del XV e XVI secolo, di area veneta. Alcuni appartengono alla collezione civica: si tratta di una trentina di pezzi di grande qualità, che hanno costituito il punto di partenza ma anche di ispirazione per il reperimento dell’intera collezione esposta. Una lunga ed accurata ricerca sul mercato antiquario ha consentito di rinvenire altri pezzi significativi, scelti in base alla loro forza evocativa ed anche alle caratteristiche formali che ripetono motivi e decorazioni proprie dell’area veneta e trevigiana in particolare dell’epoca.